“Quando nell’ottobre del 1986 ho invitato ad Assisi i miei fratelli cristiani e i responsabili delle grandi religioni mondiali per pregare per la pace. Ho fatto questo sogno: uno insieme all’altro, non più uno contro l’altro. Avevo davanti ai miei occhi come una grande visione: Tutti i popoli del mondo in cammino da diversi punti della terra per riunirsi davanti a Dio come in un’unica grande famiglia. Questo clima di fraternità ho voluto chiamare “Lo spirito di Assisi”.
Con questi termini si espresse, nel 2001 Giovanni Paolo II a Barcellona, in occasione dell’incontro internazionale “Uomini e religioni”. Sono questi stessi gli obiettivi e i contenuti che il festival “Popoli e Religioni” intende porre all’attenzione di tutti attraverso l’arte cinematografica
Nello Spirito di Assisi e nel festival Popoli e Religioni sono presenti tre elementi importanti molto attuali: il tema del dialogo interreligioso, il tema della pace e quello della preghiera; perché è a pregare per la pace che il Papa chiamò i capi delle religioni visto che erano risultati inutili gli altri tentativi di creare un dialogo fra i popoli in quegli anni di guerra fredda.
“Chiediamo a Dio il dono della pace” disse papa Wojtyla. Dopo di allora ci sono stati altri tre incontri dello stesso tipo ad Assisi: il 9 e 10 gennaio 1993, con la giornata di preghiera per la pace in Bosnia ed Erzegovina, il 24 gennaio 2002 con l’incontro mirato ad allontanare le nubi del terrorismo, dell’odio e i dei conflitti armati sollevate dagli attentati dell’11 settembre 2001. Infine, l’incontro organizzato per il 25° anniversario il 27 ottobre 2011 con papa Benedetto XVI. In quell’occasione io ero lì ad Assisi come Custode del Sacro Convento e ho avuto l’onore di accogliere il Papa nella basilica di San Francesco. E un aspetto bellissimo, che ci ha consolati anche di qualche amarezza, è stato il fatto che tutti i capi religiosi al termine dell’incontro – compresi i fratelli ebrei – sono scesi a pregare nella tomba di San Francesco, una cosa che non era mai successa prima.
In quell’occasione Benedetto XVI ha aggiunto tra gli interlocutori di questi incontri anche i non credenti, che non si radunano per pregare ma compiono come tutti gli altri il pellegrinaggio della verità e della pace. Non solo preghiera, quindi, ma lo sforzo teso alla convivenza umana come elemento fondamentale.
Costruire questa convivenza attraverso il linguaggio cinematografico, allora, non significa “convincere” qualcuno, ma incoraggiare un dialogo tra persone diverse – credenti e non credenti di varie religioni – che porti alla comprensione e alla pace fra i popoli.
(da Adesso n.50 – speciale festival Popoli e Religioni, autunno 2014)