Dopo la solenne celebrazione nella Cattedrale di Terni, il vescovo Giuseppe Piemontese nella mattinata del 14 dicembre ha aperto la porta santa della Misericordia nel carcere di Terni, seconda porta giubilare in diocesi, quale segno di “una misericordia globale” e di particolare attenzione per coloro che vivono nelle periferie esistenziali, come è solito definire papa Francesco le tante forme di emarginazione.
Alla cerimonia hanno preso parte i detenuti, la direttrice Chiara Pellegrini, il comandante del corpo di Polizia Penitenziaria Fabio Gallo, il cappellano padre Rino Morelli, il personale di vigilanza, assistenti e volontari che operano in carcere, il vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi e alcuni sacerdoti della diocesi.
Dialogando con i detenuti, il vescovo ha ricordato la straordinarietà di questo Giubileo dedicato alla Misericordia e il suo messaggio fondamentale: “un anno di grazia, di liberazione spirituale, di perdono, di misericordia del Signore per tutti”.
Facendo poi riferimento alla bolla d’indizione del Giubileo della Misericordia, della quale ha letto alcuni passi ai presenti, ne ha sottolineato l’aspetto saliente di “un’opportunità di una grande amnistia, per tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società, portando il loro contributo onesto a tutti costoro giunga concretamente la misericordia del padre che vuole essere vicino a chi ha più bisogno del suo perdono”.
“A tutti costoro – scrive il Papa – giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà”. Per questo il Papa ha deciso che ogni Porta di ogni cella in ogni carcere diventi porta della Misericordia, e lo sia anche la porta della cappella di ogni prigione.
Una “amnistia spirituale” è stato detto dal vescovo Piemontese “un grande momento di uguaglianza per gli uomini che sono tutti peccatori, perché tutti sbagliano, ma che hanno la possibilità di ricominciare la loro vita perché Dio non si stanca mai di perdonare. In questo anno santo chi vuole ha la possibilità di incontrare il Signore, di avere perdonati tutti i suoi peccati e di ricomunicare da capo, di superare le debolezze e di stabilire con gli altri rapporti di misericordia che significa tornare ad avere cuore verso chi è in difficoltà e verso chi è sofferente”.
Dopo la preghiera iniziale, è stata aperta solennemente la porta della cappella del carcere, che sarà per l’intero anno la porta giubilare. Nella cappella è seguita una breve liturgia della Parola, la recita del Padre Nostro e della preghiera alla Madonna della Misericordia, copatrona della città di Terni, il cui ricordino è stato donato dal vescovo a tutti i detenuti quale segno giubilare.
Il vescovo ha quindi incontrato altri gruppi di detenuti, quelli delle sezioni protette e gli altri sottoposti a regime di carcere duro.