Pur essendo trascorso ormai più di un mese dal pellegrinaggio dell’Opera Salesiana di Terni alla Santa Sindone ed ai luoghi di Don Bosco, svoltosi dal 30 maggio al 1 giugno scorso, rimangono vivi in tutti noi partecipanti il ricordo e la gratitudine a Dio ed a Don Bosco per la formidabile esperienza vissuta dal punto di vista ecclesiale e salesiano.
Organizzato nei minimi dettagli e proposto fin da gennaio 2015 dal direttore e parroco Don Guido Tessa, il pellegrinaggio ha costituito un momento forte e significativo nell’ambito delle celebrazioni dell’Opera Salesiana di Terni per il Bicentenario della nascita di Don Bosco ed ha coinvolto parrocchiani e non, amici e simpatizzanti del carisma salesiano ed appartenenti alla Famiglia Salesiana di Terni e non solo.
I momenti forti del pellegrinaggio sono stati la visita alla Casa natale di Don Bosco e la Santa Messa nel Tempio di Don Bosco al “Colle”, la visita alla Santa Sindone nel Duomo di Torino, la visita alle camerette di Don Bosco ed al primo Oratorio Salesiano di Valdocco e la Santa Messa conclusiva nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino.
Sia coloro che già altre volte hanno visitato la Santa Sindone nelle precedenti ostensioni, sia coloro che hanno fatto per la prima volta tale esperienza, tutti sono rimasti interrogati nella ragione e nel cuore da ciò che essa rappresenta. Il suo valore di documento storico, per cristiani e non solo, ma soprattutto il suo messaggio continuano ad interpellare attraverso i secoli credenti e non credenti, suscitando riflessioni sul senso della vita e della morte, sul significato e sul fine della sofferenza e del dolore e sulla “smisurata misura” dell’amore di Gesù per ognuno di noi. In preghiera davanti alla Santa Sindone tutti i pellegrini di Terni hanno potuto sperimentare quanto ci ricorda Papa Francesco: “Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti di uomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignità, da guerre e violenze che colpiscono i più deboli… Eppure il Volto della Sindone comunica una grande pace; questo Corpo torturato esprime una sovrana maestà. È come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell’amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto. “
Non meno carica di emozione e di suggestioni è stata per tutti la visita ai luoghi salesiani, a partire dalla Casa natale di Don Bosco e dai luoghi dove egli, rispondendo alla sua vocazione, ha dato inizio alla sua missione cercando e servendo i giovani, soprattutto i più bisognosi, fino agli estremi confini della terra. Visitare questi luoghi e “respirarne” la spiritualità ci ha fatto capire davvero come Don Bosco sia un vero dono dello Spirito a tutta la Chiesa e al mondo. A duecento anni dalla sua nascita Don Bosco rimane attualissimo e la sua missione, portare sempre di più i giovani vicino a Gesù e a Dio, è anche il nostro compito perché è questa la realtà più autentica di Don Bosco, di Madre Mazzarello e di tutti coloro che a lui vogliono ispirarsi. Don Bosco ci chiede di essere molto vicini al cuore dei giovani perché quando un giovane vede – nella sua esperienza personale – che “è voluto bene”, che quella persona è veramente un educatore-educatrice, un amico-amica, un fratello-sorella, egli può esclamare: “Qui mi trovo bene! Qui mi sento a casa!”. È allora che il cuore del giovane è disponibile ad un rapporto bello, ad un rapporto educativo: è aperto a Dio. Questo è Don Bosco ancora oggi, e nel nostro pellegrinaggio tanto abbiamo pregato perché Dio ci renda sempre più apostoli dei giovani secondo il suo cuore “grande come la sabbia del mare”.
Anche le celebrazioni eucaristiche ed i momenti di preghiera del nostro pellegrinaggio sono stati vissuti dai partecipanti con raccoglimento e devozione; spesso sono stati anche simpaticamente condivisi con altri gruppi di pellegrini provenienti da altre presenze salesiane della nostra circoscrizione ICC.
Al nostro pellegrinaggio non sono mancati i sempre curati ed apprezzati “appuntamenti gastronomici” che, oltre che accrescere la fraternità e la conoscenza tra tutti i partecipanti, ci hanno fatto gustare in allegria e distensione alcuni autentici “gioielli” della cucina tradizionale piemontese.
Ringraziamo allora ancora una volta gli organizzatori e quanti hanno reso possibile, col loro impegno e con qualche sacrificio, la buona riuscita del nostro pellegrinaggio ed auspichiamo di poter presto rivivere giornate così emozionanti e significative per la nostra crescita cristiana e salesiana.
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