Nella cattedrale di Terni, venerdì santo 14 aprile il vescovo Giuseppe Piemontese ha presieduto la celebrazione della Passione del Signore con la lettura del Vangelo della passione e l’adorazione della croce.
“E’ una giornate di contemplazione del dolore e sofferenza di Cristo, della sua solitudine, del suo sentirsi abbandonato da tutti anche dal Padre – ha detto il vescovo -, incompreso e tradito dagli amici – ha detto il vescovo -. Oggi celebriamo il nostro eroe, Gesù, che ci ha salvati col dono della sua vita. Eleviamo in alto il trofeo, simbolo della nostra vittoria: la croce di Cristo. Contempliamo la passione non come espiazione, ma come espressione di amore di Dio Padre per il Figlio e per noi. Grazie, Gesù. Aiutaci a scoprire il valore della vita nostra e degli altri. A non appropriarci di quanto ci è stato affidato da custodire. Fa che siamo accanto a te per guarire, sanare, promuovere e farci carico di tutti coloro che la Provvidenza ci fa comunque incontrare, buoni e cattivi, retti e malvagi”.
Gesù a chi si trovava sotto la sua croce, non chiese praticamente nulla: l’unica richiesta fu quella di poter soddisfare la propria sete. E viene accontentato con una spugna intrisa d’aceto. Il vescovo ha ricordato le tante forme di sete del mondo di oggi a cominciare da dai cinquanta milioni di uomini e donne dell’Africa che vivono nella carestia per mancanza di pioggia; la sete di lavoro con i 3 milioni e mezzo di disoccupati del nostro paese;
la sete di amore e di rispetto i sette milioni di donne italiane che hanno subito qualche forma di violenza dal loro partner; la sete di tolleranza i 215 milioni di cristiani perseguitati in ogni parte del mondo “Oggi Cristo ha sete della nostra sete: di serenità, di salute fisica e morale, di concordia nelle nostre famiglie, di aria e atmosfera pura e sana, di lavoro onesto per ogni uomo o donna delle nostre parrocchie e città, di unanimità nelle relazioni vicendevoli, di accoglienza di chiunque è bisognoso di un tetto o uno spazio nel nostro cuore” ha concluso il vescovo.