Celebrata solennemente, il 14 febbraio la festa di San Valentino, vescovo e martire del patrono di Terni e copatrono della Diocesi Terni-Narni-Amelia con il pontificale presieduto in una gremita Cattedrale di Terni dal vescovo mons. Giuseppe Piemontese, alla presenza dei sacerdoti della diocesi, del sindaco Leopoldo Di Girolamo, del prefetto Angela Pagliuca, del vicepredidnete della Regione Fabio Paparelli, del presidente della provincia di Terni Giampiero Lattanzi, del presidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria Donatella Porzi, delle autorità militari regionali, provinciali e cittadine, dei sindaci dei Comuni della diocesi, dei fedeli ternani e delle associazioni e movimenti della diocesi.
Un corteo composto dalle istituzioni civili e militari con i rispettivi gonfaloni partito dalla sede municipale di palazzo Spada Terni verso la Cattedrale, è stato accolto dal vescovo Giuseppe Piemontese.
La festa del patrono della città di Terni, San Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro di questa città, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore, del matrimonio, della famiglia, ma anche di testimone fino al martirio della coerenza alla fede, della libertà religiosa, del dialogo interreligioso, della cura e preoccupazione per la città.
«Insieme al messaggio riguardante la “conoscenza” reciproca, che significa verità e profondità di relazione, sul modello di Cristo con i Padre – ha detto il vescovo nel pontificale – Valentino, quest’anno ci richiama alla verità e autenticità della festa che celebriamo in suo onore e di tutte le feste che celebriamo nelle nostre città, in onore dei nostri Santi Patroni. Il processo di secolarizzazione e di scristianizzazione, che si è diffuso anche nelle nostre comunità, in molti luoghi, ha prodotto nelle celebrazioni delle feste dei Santi, una continuità di tradizioni folkloriche, senza l’humus, lo spirito e la sostanza della religione.
Da manifestazioni di fede cristiana spesso le feste assumono i connotati di involucri senza contenuto, ed espressioni dal sapore paganeggiante. Manifestazioni religiose dalla fede debole con il Patrono, che è confinato nello sfondo o ai margini di tutto ciò che viene “rappresentato” e festeggiato. Purtroppo si verifica anche il caso di comitati-feste, Proloco e anche singoli personaggi, che impongono le loro proposte e decidono su quando, come e dove benedire, celebrare e accompagnare la processione o il corteo di un evento, ormai dai pallidi ricordi cristiani». Come dire che la festa spesso perde di vista il festeggiato, il suo spirito e valori fondanti. «La proposta di un progetto più impegnativo dal punto di vista cristiano, trova l’intralcio dell’insofferenza, a volte del rifiuto o peggio del boicottaggio» ha aggiunto il vescovo, che ha concluso con una riflessione e appello sulla questione occupazionale e giovanile invitando «quanti hanno responsabilità politiche, amministrative, di impresa a occuparsi fattivamente della piaga della disoccupazione giovanile. Vogliamo unire la nostra voce a quella dei vescovi del Sud Italia, che a Napoli nei giorni scorsi, hanno levato il grido di allarme in un convegno su questo tema, riferito all’Italia a in particolare al Meridione. Anche noi, forti della testimonianza e del patrocinio di S. Valentino, vogliamo trovare il modo per testimoniare ai giovani la nostra vicinanza concreta e operosa».