In occasione della visita pastorale alla parrocchia di San Cristoforo, il vescovo ha incontrato i rappresentanti degli studenti di alcune le classi del liceo classico “C.Tacito”, insieme alla dirigente scolastica Roberta Bambini, e accompagnato dai sacerdoti don Franco Semenza, don Guido Tessa e don Riccardo Beltrami. Ha salutato il personale scolastico e i docenti e visitato i vari laboratori dell’istituto che offre diversi indirizzi e specializzazioni ai quasi 600 studenti.
Un incontro per conoscere la realtà giovanile e nel quale si è parlato delle istituzioni scolastiche, cittadine e religiose che cooperano per il bene comune della comunità cittadina.
“Sono qui per ascoltarvi – ha detto il vescovo – per conoscere quelle che sono le vostre aspirazioni. La chiesa tiene ai giovani e vuole stabilire con loro una relazione di dialogo e incontro”.
Gli studenti hanno quindi posto delle domande al vescovo sulla fede, sul ministero del vescovo, sulla chiesa e il futuro dei giovani.
“Oggi per dare speranza è necessario creare terreno dove i giovani possono essere artefici del loro futuro – ha detto il vescovo – occasioni di sviluppo perché i ragazzi hanno grandi potenzialità, per acquisire la competenza e la capacità di affrontare i problemi, per riuscire nella vita. Non possiamo rassegnarci che i giovani vadano via altrimenti la città muore. E’ necessario creare maggiore dinamismo, proposte, speranze per i giovani. Ogni giovane deve fare la sua ricerca, il suo percorso di formazione umana, spirituale e culturale, perché si possono affrontare meglio le difficoltà della vita, acquisendo strumenti culturali e spirituali, perché la vista sia gustata nella sua interezza. Alla fine la ricchezza interiore che viene fuori e paga sempre”.
L’invito del vescovo è stato quello a non accontentarsi, ma di continuare a ricercare il meglio: “non vi accontentate delle piccole nozioni ma cercate sempre, non vi fermate alle prime risposte, andate oltre. Non accontentatevi di poco, ma cercate per voi il meglio che possa esserci in tutto, nello studio, nell’amicizia, nel lavoro, nella vita di fede”.
Il vescovo ha mostrato una copia del codice 338 del fondo antico della biblioteca del Sacro convento di San Francesco di Assisi che riporta la prima stesura del cantico delle creature di San Francesco.
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