Con la celebrazione della prima domenica di Quaresima, il 10 marzo, si è conclusa la visita pastorale del vescovo nella parrocchia di San Giovanni Battista a Terni.
Giorni caratterizzati dalla preghiera e dalla conoscenza della comunità e del quartiere, della vita pastorale essenziale che è caratterizzata principalmente della messa quotidiana prefestiva e dalla Messa domenicale, dalla catechesi per l’iniziazione cristiana, la festa patronale il 24 giugno, dalle opere di carità della San Vincenzo de’ Paoli che si occupa della distribuzione stabile di aiuti alimentari a molte persone famiglie nel quartiere, e dell’associazione la Perla che si occupa di aiuto allo studio e varie attività di volontariato. Una realtà dove sono pochissimi i fedeli frequentanti, la catechesi dell’iniziazione cristiana vede la presenza di una manciata di bambini e l’assenza dei giovani.
Momento particolarmente intenso e vissuto è stato quello dell’incontro con i malati e anziani.
“E’ stato per me un momento di grazia – ha detto il vescovo – un momento di gioia, di vera fraternità e di condivisione con tante persone che ho potuto incontrare per la preghiera che abbiamo potuto celebrare insieme, per i temi che abbiamo trattato che riguardano il Signore e la comunità, per l’incontro con i malati e anziani nelle loro case, momenti di vera pietà e di vera comunione con le persone che sono toccate dalla sofferenza, dalla fragilità dell’età e che partecipano in maniera più diretta alla passione del Signore. Ecco queste persone sono una vera benedizione del Signore per la famiglia, per questa comunità, ma anche per la chiesa, perchè sperimentano la prova della sofferenza nella loro carne, ma anche i familiari che sono associati alla cura di questi fratelli che mostra la dimensione dell’amore e del sacrificio”.
Il vescovo ha quindi evidenziato ed esortato a “un risveglio di questa comunità, c’è bisogno di un nuovo impegno perché la comunità sia più viva. Certamente oggi le difficoltà sono tante per tutte le parrocchie, dove si nota certa stanchezza, una certa difficoltà con i giovani. Dove non ci sono giovani la vita diventa un po’ più stanca, meno vivace e anche non aperta a prospettive future di continuazione e di rinnovamento. Le prospettive è quella di una maggiore consapevolezza della comunione all’interno delle comunità pastorali, perchè si mettano insieme e condividano i progetti pastorali secondo le caratteristiche di ciascuna parrocchia”.
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