Eucarestia, un gesto col quale Gesù vuole dare senso nuovo al mondo.
Al termine della sua esistenza terrena, Gesù racchiude il senso della sua vita e della sua missione di amore, di dono agli uomini, stabilendo la nuova ed eterna alleanza tra Dio e l’umanità nella cena pasquale.
Non come l’alleanza stipulata per mezzo di Mosè col sangue degli animali, ma un’alleanza sancita col suo sangue, con la sua persona offerta nel sacrificio della croce.
Gesù racchiude tutto ciò nel pane spezzato e offerto agli apostoli e nel calice di vino donato.
Pane e vino sono gli elementi che danno senso alla vita piena, sono simboli della vita piena, non solo fisica: fame di amore, di sapere, di salute, di accoglienza, di giustizia, di pace, di carezze,…
“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Ecco come Gesù si accompagna ai discepoli lungo i momenti e le fasi della storia: nella cena eucaristica, nella memoria- memoriale del suo dono come pane spezzato-donato e calice del vino condiviso, anticipato alla vigilia della sua passione, dono realizzato nella sua morte e comunicato nella sua Risurrezione.
E noi oggi siamo qui ad obbedire al suo comando: “fate questo in memoria di me”.
Una memoria sacramentale nella messa, cena eucaristica, dove incontriamo Gesù vivo e vero, mangiamo il suo corpo e beviamo il suo sangue, rinnovando l’alleanza offerta da Gesù.
Ma significa anche che accettiamo e rinnoviamo l’impegno di fare nostre le scelte di Gesù, consegnando la nostra vita a Dio e mettendola a disposizione dei fratelli.
La nostra comunità diocesana, questa sera, insieme, esprime la gratitudine a Dio ed accoglie il dono della Nuova ed eterna Alleanza. Ciascuno di noi, come gli apostoli ci fidiamo di Gesù e accettiamo la sua Persona. Ripetiamo, come gli Ebrei al monte Sinai: “quello che Gesù ha detto e fatto noi lo faremo”.
E’ l’espressione della nostra volontà di abbandonarci alla Volontà del Padre.
E’ l’impegno rinnovato a spezzare il pane (l’amore, il sapere, l’esperienza sociale, la condivisione dei progetti, la vita e la morte…) con i fratelli.
E’ la disponibilità a farci strumenti di concordia e di comunione all’interno della Chiesa e nella umana società.
E’ la gioia di sentirci riscattati uno ad uno, a caro prezzo da Gesù, che nella cena di Pasqua ci fa dono della sua Pace.
E in questa solennità particolare, con la Messa, la processione per le vie della nostra città raccogliamo in sintesi il cammino comune, che come chiesa abbiamo vissuto nell’anno pastorale.
Provenienti da ogni angolo della Diocesi, poniamo ai piedi di Gesù gioie e speranze, sofferenze e progetti, successi e sconfitte. E’ un tempo particolare quello che viviamo nella nostra città e nella nostra Diocesi per fatti ed avvenimenti che ci hanno procurato sofferenza e preoccupazioni.
Ma Gesù tiene salda la barca della Chiesa tra le tempeste del mondo e rasserena e cambia i cuori induriti e feriti di quanti si abbandonano al disordine e alla irrazionalità. Anche a noi Gesù ripete: uomini di poca fede!
Manifestiamo allora, coralmente, pubblicamente, la nostra fede nella presenza viva e vera, reale, di Gesù nell’Eucarestia: corpo, sangue, anima e divinità; sarà Gesù in mezzo a noi a guidare la barca nella direzione giusta, a riportare il sereno.
Ma questa festa e processione eucaristica è anche l’espressione della volontà personale e comunitaria di seguire Gesù e di diventare a nostra volta eucarestia:
adorazione, lode a Dio, dono per i fratelli, trasformazione dei doni della creazione perché diventino cibo di salvezza per l’umanità.
In questo luogo non possiamo ricordare il grande amore che aveva Francesco verso l’Eucaristia:
Ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il sacramento del Corpo del Signore, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità. Riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare ogni giorno la Messa, anche se unica, se il tempo lo permetteva.
Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri. Infatti, essendo colmo di reverenza per questo venerando sacramento, offriva il sacrificio di tutte le sue membra, e, quando riceveva l’agnello immolato, inabissava il suo spirito in quel fuoco, che faceva ardere sempre sull’altare del suo cuore. (Vita seconda FF 789)
Nella Lettera a Tutto l’Ordine Francesco lancia, con parole molto forti, un accorato appello a tutti i Frati affinché abbiamo a cuore la cura e l’amore per l’Eucaristia:
Pertanto, scongiuro tutti voi, fratelli miei carissimi, baciandovi i piedi e con tutto l’amore di cui sono capace, che prestiate, per quanto potete, tutta la riverenza e tutto l’onore al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, nel quale tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state pacificate e riconciliate a Dio onnipotente. (FF 217)
Umbria, terra eucaristica. Orvieto, miracolo eucaristico e luogo di nascita della festa del Corpus Domini.
Francesco e Chiara d’Assisi: santi eucaristici in un tempo di eresie soprattutto circa la presenza reale di Gesù.
La nostra diocesi, arricchita dalla testimonianza di martiri e santi eucaristici, la presenza del cardinale Rapaccioli e la reliquia del Preziosissimo Sangue.
Questa sera vogliamo ripetere nel nostro cuore come un ritornello: La Chiesa, la comuntà si edifica attorno e con l’Eucarestia; ma è l’Eucarestia che fa la Chiesa.
Questa festa, con la processione, sia un canto di fede, lode e di adorazione a Gesù eucaristico per la pace nel mondo, per il bene della chiesa e della nostra chiesa particolare perché si edifichi nella comunione e nella missione evangelica affidata da Gesù ai suoi discepoli.
Processione – Meditazione in piazza Europa
Sostiamo al centro della città, la nostra agorà, luogo che anticamente era sede di incontri, di dibattiti, di politica, di religione,di ricerca del bene comune. Ma anche platea nella quale risuonava l’antica fondamentale richiesta del popolo, tutt’ora attuale in senso materiale, figurato e spirituale: vogliamo pane e lavoro!
Il lavoro che dà dignità all’uomo, che lo pone nella condizione di collaborare al bene comune e all’opera della creazione; il pane che rappresenta tutto ciò che pone l’uomo nella condizione di vivere fisicamente, ma anche moralmente e spiritualmente: il pane della condivisione conviviale, dell’amore familiare, il pane del sapere, il pane della celebrazione eucaristica.
Luogo nel quale si chiede e si promuove la giustizia e la concordia: quella civile, quella sociale, quella religiosa, quella umana.
Agli Ebrei, che avevano appena iniziato il cammino verso la terra promessa e che si lamentavano per la precarietà del deserto, Dio invia la manna, un pane particolare per soddisfare la loro fame.
All’umanità incapace di procurarsi cibo condiviso e di dare senso pieno all’esistenza, Dio invia suo Figlio Gesù, come pane di vita, quale risposta alla domanda di umanità, di senso, di giustizia e di sussistenza.
Noi credenti questa sera facciamo memoria di tutto questo. Desideriamo comunicare a tutti i nostri concittadini la gioia della nostra appartenenza a Gesù Cristo, uomo –Dio, che con la sua presenza “misteriosa” nell’Eucarestia, intende incoraggiare ogni uomo ed aiutarlo a sollevarsi dalle sue miserie e debolezze.
Siamo qui non per affermare progetti di potenza, di preminenza o di orgogli vari. Intendiamo professarci seguaci del Crocifisso e Risorto, che è presente in mezzo a noi e ci ispira sentimenti e progetti di amore, condivisione, servizio, pace e amicizia.
Nella esortazione “Evangelii Gaudium” Papa Francesco sottolinea che “l’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli.”
Avvertiamo la nostra debolezza, ma confidiamo nella forza che ci deriva da questo pane, il pane eucaristico per rinnovare i segni e i progetti di bontà di Gesù.
Da questo luogo Gesù benedice la nostra città e i suoi cittadini di ogni credo e cultura.
Benedice i malati nel corpo e nello spirito: per loro invochiamo salute e verità.
Benedice i disoccupati e coloro che sono preposti a creare politiche adeguate per il benessere di tutti.
Benedice i giovani, i loro progetti e le loro speranze.
Benedice tutti coloro che hanno bisogno di amore e di benedizione.
Grazie, Gesù per la tua presenza. Grazie perché sei con noi. Grazie per il tuo amore.