Apertura
Questa Assemblea vuole essere una prima, comunitaria e doverosa risposta della Chiesa che è in TNA alle consegne e provocazioni del Sinodo sui giovani, celebrato in Vaticano dal 3 al 28 ottobre 2018. Vogliamo sentirci parte del processo di ricerca, nel circolo di idee, progetti, speranze in cui è coinvolta la Chiesa.
Ma questa Assemblea vuole essere anche una prima convocazione per dibattere e aprire prospettive comunitarie sul tema dei giovani e la fede e sulla Pastorale giovanile nella nostre parrocchie.
Durante l’Assemblea diocesana di settembre 2018 avevo affidato alla riflessione dei CPP e Vicariali alcune provocazioni, che spero abbiano avuto attenzione.
Mi esprimevo nei termini seguenti:
“Durante la visita pastorale mi sono preoccupato di dare ampio spazio nelle comunità, ai temi della pastorale giovanile e ai giovani stessi, chiedendo di incontrarli.
In tali comunità purtroppo i giovani sono per lo più una “Generazione assente”. I gruppi ecclesiali giovanili sono veramente pochi e composti da pochi elementi: vi è qualche gruppo dell’Agesci, dell’AC o semplicemente parrocchiale e qualche gruppetto di dopocresima-oratorio.
Alcuni parroci, con i loro collaboratori, si adoperano per organizzare il Grest, soprattutto per ragazzi piccoli, e campi estivi per preadolescenti e pochi adolescenti.
Ho dialogato su questo tema con i Consigli pastorali, con le famiglie, con gli adulti. La mia meraviglia è stata grande non tanto nel constatare che non vi siano giovani nel perimetro delle nostre comunità, ma che genitori, adulti, sacerdoti compresi, non si pongano il problema, e sembrino quasi rassegnati al fatto che i giovani debbano vivere la loro giovinezza estranei alla Chiesa e lontani da essa”.
Aggiungo la mia impressione:
Il pellegrinaggio a Roma, l’attenzione alla GMG, il lavoro della Commissione diocesana, la festa di san Valentino con l’iniziativa del Contest e dell’evento di domenica scorsa al teatro Cityplex, gli incontri con i giovani di tutte le scuole superiori di Terni, che ho avuto in quest’ultima parte della visita pastorale….aprono il cuore alla speranza.
Questa sera, come è stato scritto nella convocazione “E’ la Comunità intera, che si pone in ascolto del Signore e dei giovani per comprendere “cosa lo Spirito dice alla Chiesa” (Ap 2, 7).
Grazie per a vostra presenza!
CONCLUSIONE
“Resta con noi, Signore perché si fa sera” è l’invito accorato dei due discepoli di Emmaus, rivolto a Gesù Risorto al termine del loro viaggio, mentre il loro animo è gonfio di fuoco e di speranze, che però sono imprigionate nell’incertezza e nella paura della notte incombente. Sentono ardere il cuore mentre ascoltano le parole del viandante-Signore, ma essi ancora non l’hanno riconosciuto Risorto. Solo nello spezzare il pane, mentre sono intorno al desco-tavola, i loro occhi sispalancano, la mente si apre, la memoria diventa prova, forza e spinta per inoltrarsi nel buio della notte e annunciare ai fratelli che Gesù, il Signore è risorto e come essi lo hanno riconosciuto nello spezzare il pane, dopo averli istruiti sul progetto di Dio, narrato nelle Scritture.
Mentre siamo radunati, avvolti dallo sconforto e dalla delusione perché tanti uomini e donne, persino tanti cristiani sono lontani dal Signore o lo hanno abbandonato nella notte del tradimento per fare posto “ad uno sterile culto dell’individuo” col “rischio di cadere in un’atrofia spirituale e in un vuoto del cuore, caratterizzati talvolta da forme surrogate di appartenenza religiosa e di vago spiritualismo, sirivela quanto mai urgente reagire a simile deriva mediante il richiamo dei valori alti dell’esistenza, che danno senso alla vita e possono appagare l’inquietudine del cuore umano alla ricerca della felicità: la dignità della persona umana e la sua libertà, l’uguaglianza tra tutti gli uomini, il senso della vita e della morte e di ciò che ci attende dopo la conclusione dell’esistenza terrena”.
(DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, 8 marzo 2008)
Il Papa Benedetto ha innanzi tutto sottolineato la volontà della Chiesa di porsi “in dialogo con i movimenti culturali di questo nostro tempo”, per i quali essa ha un grande interesse. In questa circostanza aggiungo dialogo con i giovani.
Nel riflettere sull’annuncio del Vangelo alle nostre popolazioni, oggi ci lasciamo provocare dalle giovani generazioni del nostro territorio e della nostre parrocchie.
Il tema della Pastorale giovanile non è compito di addetti ai lavori o di un ristretto gruppo di esperti. E’ compito e dovere della Chiesa-madre, composta da adulti, giovani, anziani, uomini e donne, pastori e fedeli, che hanno a cuore la vita e il destino di quella che è stata definita la generazione incredula, privata dalla presenza autorevole e amorosa di genitori e adulti, che hanno abdicato al loro ruolo di guide sagge, accompagnatori esperti, padri e madri autorevoli e responsabili.
Vogliamo risvegliare in noi sentimenti di fiducia e di responsabilità. Non vogliamo rassegnarci ad essere una Comunità priva della presenza delle giovani generazioni, della loro voglia di vivere e del loro contributo alla speranza e all’umanizzazione della nostra società.
Abbiamo abdicato alla nostra responsabilità. Ci siamo con troppa facilità stancati di tenere canali di dialogo aperti per conoscerci, aiutarci .
Anche in tempi difficili dobbiamo osare di più: modificando la nostra mentalità, dando noi per primi, più spazio ad un percorso di vita cristiana coerente e generoso; e poi prestando attenzione ai giovani e ricercando con loro un confronto sulle domande di senso, sui valori, dialoghi costruttivi, scambio di doni.
Occorre prima operare una “conversione”, cambiare la nostra mente e apprezzare il dono della vita nelle molteplici espressioni.
Disporci e attrezzarci per conoscere i cambiamenti culturali e generazionali per avvicinare le sponde tra le generazioni.
Le comunità parrocchiali, genitori, adulti, sacerdoti, religiosi/e, giovani devono inventare modalità di incontro, di presenza, di dialogo, di confronto, di convergenza e collaborazione sui temi e progetti condivisi sui temi della vita, dell’umanesimo, della felicità, dell’ecologia, della pace, dello sviluppo, dell’incontro tra popoli e religioni, dell’arte, della scienza, della cibernetica.
Incidere sulla organizzazione della società perché i giovani, nei nostri territori, trovino opportunità di realizzazione, di lavoro, spazi di vita. Non è tollerabile la disoccupazione, l’emigrazione forzata delle forze più vive e fresche della nostra società.
Tutto ciò va fatto insieme e comunitariamente.Con l’aiuto del Signore perché “Se il Signore non costruisce la casa…
Con la forza e il collante dell’amore, fatto di attesa, pazienza, ricerca, dialogo, speranza, inventiva, seguendo l’esempio di don Bosco: “Basta che siate giovani perché vi ami assai”. «Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi”.
Ci chiediamo: nelle famiglie e nella comunità ecclesiale-parrocchiale, quanto amore e quale spazio diamo ai giovani?
Quanto tempo dedichiamo a loro, trascorriamo da educatori con loro?
Quanta pressione facciamo perché si inverta la tendenza verso politiche familiari e giovanili favorevoli?
Auguro che da questa assemblea inizi un cammino di riscoperta e di comune attenzione ai giovani e al loro incontro con Gesù.
+P. Giuseppe Piemontese OFM Conv